Latitudine: 15° 07′ 12.51″ N
Longitudine: -23° 36′ 18.62″ W
Cabo Verde
Dieci isole vulcaniche sperdute nell’oceano Atlantico, a 500 km dalla costa del Senegal, e a 4500 da quella del Brasile. Sono tutte abitate, meno che la minuscola Santa Luzia, dove si trova la stazione meteorologica. Distinte tra Sopravento e Sottovento in base alla loro posizione settentrionale o meridionale, non v’e n’è una uguale all’altra: a Santiago, l’isola maggiore e un tempo snodo principale per il commercio di schiavi diretti al Caribe, si trova la brulicante e malfamata capitale della Repubblica, Praia, dove oggi risiede più della metà della popolazione. Un centinaio di chilometri più a ovest c’è Fogo, nel cui centro si erge il vulcano attivo che costrinse gli ex schiavi a fuggire verso la solitaria Brava. Là, isolati e sperduti, pur di abbandonarla, si arruolarono a decine sulle baleniere americane provenienti dalle Azzorre. Tuttora, per via di questi fatti risalenti a due secoli fa, una legge USA consente la deportazione di delinquenti e criminali capoverdiani sull’isola d’origine. Quarta tra le sottovento, l’arida Maio fu la salina dell’arcipelago, nei cui porti ormeggiavano le navi inglesi che qui si rifornivano prima di ripartire verso l’Europa.
Salendo alle Sopravento si incontra la ben più rigogliosa Boavista, il cui nome significa letteralmente “terra in vista”: ai tempi di Cristoforo Colombo era un lebbrosario per europei, oggi invece è infestata di turisti e giganteschi resort. Sorte, quest’ultima, in parte toccata anche alla sorella vicina, Sal, la quale nonostante la polverosa desolazione che cinge d’assedio il capoluogo Espargòs, è divenuta meta di vacanzieri, pensionati e residenti stagionali. Dalla verdeggiante São Nicolau, centro degli intellettuali di Cabo Verde, Pedro Alvares Cabral intraprese il lungo viaggio che l’avrebbe portato, il 22 aprile del 1500, a scoprire il Brasile. Brasiliane nell’animo sono anche la vicina São Vicente ed il suo capoluogo Mindelo, i cui abitanti, con musiche, colori, parlata ed il celebre carnevale, sfoggiano fieri una cultura creola dalle tinte carioca. Ultima perché selvaggia ed inespugnabile come la giungla in cui è immersa, Santo Antão: dalle sue scogliere i teschi in pietra dalle barbe di muschio ricordano spaventosi i volti di feroci pirati.
Sono però i capelli intricati di serpenti e le ali d’oro delle Gorgoni Steno, Euriale e Medusa a dare il nome antico all’Arcipelago, che nel suo Naturalis Historia Plinio il Vecchio chiama Isole Gorgades, indicandole come dimora delle tre sorelle.
Alcune antiche leggende raccontano invece che qui, uscite dal mare, vivevano come esseri umani sirene e spiriti dell’acqua, da cui si sarebbe poi originato il popolo autoctono.
Casa delle Gorgoni, terra delle sirene e patria di donne ritenute tra le più belle al mondo, le isole di Cabo Verde sono indubbiamente femmine. Le capoverdiane sono in numero nettamente superiore rispetto agli uomini, nonché le uniche in grado di utilizzare e controllare la magia nera attraverso il Voodoo.
Nel folklore popolare è vivo il racconto della revenante secondo cui ogni donna che uccide il figlio sarebbe poi costretta ad un folle vagare stringendone il cadavere tra i denti.
Unici, quanto le donne dell’Arcipelago, sono gli Alberi del Drago che si trovano solo a Cabo Verde. Il mito narra del drago Ladone posto da Era a guardia delle mele nel Giardino delle Esperidi, trasformatosi in costellazione dopo esser stato ucciso da Eracle per la penultima delle sue fatiche. Il sangue del drago avrebbe fatto germogliare alberi con foglie spinose e linfa rosso scuro stillante dalle cortecce. A causa delle specie invasive ed i cambiamenti climatici ne rimangono ormai pochissimi, ma a Santo Antão ce n’è uno che pare abbia almeno tremila anni, forse è il primo nato da Ladone.
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