“Di fronte a un libro non dobbiamo chiederci cosa dica, ma cosa vuole dire” Umberto Eco
Stampati, rilegati, destinati alla diffusione e al lettore contemporaneo: questi sono i libri che oggi conosciamo. Un manoscritto è un’entità più intima, primitiva. È fragile, personale, talvolta incompiuto, custode di misteri che si annidano tra righe scritte a mano, errori, disegni, miniature e lacune. Un manoscritto è sempre testimone di un’epoca ed è sempre un enigma che chiede d’essere decifrato. E alcuni di questi manoscritti, misteriosi più di altri, alimentano da secoli il desiderio umano di svelare l’ignoto: tra queste pagine antiche si nascondono segreti che, nonostante gli sforzi di storici, linguisti e crittografi, continuano a rimaner celati.
Cosa sono i “manoscritti misteriosi”
In base alla loro natura, i manoscritti “misteriosi” possono essere suddivisi in varie categorie. Una è costituita dai manoscritti cifrati: volumi redatti in codici o lingue sconosciute, ricchi di simboli arcani. Tra i più celebri vi è il Manoscritto Voynich, un codice illustrato del XV secolo la cui chiave di lettura rimane tuttora oscura. Un altro esempio ne é il Copiale Cipher, i cui 75.000 caratteri manoscritti sono rimasti incompresi per oltre 260 anni. Solo nel 2011 un gruppo di ricerca internazionale coadiuvato da un’Intelligenza Artificiale è riuscito a scoprirne il contenuto, dettagli su rituali di una società segreta con base in Germania.
Un’altra categoria comprende i manoscritti di origine incerta, testi antichi di cui non si conoscono con esattezza né l’autore né la provenienza culturale o storica, e spesso nemmeno la finalità. Tra questi troviamo il Trattato dei Vasi, o Massekhet Kelim in ebraico, che descrive luoghi in cui sarebbero stati nascosti i tesori del Tempio di Re Salomone, inclusa l’Arca dell’Alleanza. O ancora il Popol Vuh che narra l’origine del mondo secondo la civiltà Maya K’iche.
Infine vi sono i manoscritti “sacri” o magici che intrecciano simbolismo religioso, formule rituali e cosmologie arcane, e si offrono come chiavi per interpretare realtà invisibili o accedere a conoscenze proibite. Il termine “sacro” si riferisce qui non solo al contenuto, spesso volutamente criptico, rivolto a iniziati preparati a comprenderlo, ma alla funzione che rivestono: strumenti di potere spirituale, oggetti di venerazione e di timore, come il Codex Gigas, la Bibbia del Diavolo, un testo enorme in cui conoscenze esoteriche e messaggi arcani permeano ogni pagina.
Voynich: il codice irrisolto
Tra i testi che hanno resistito a ogni tentativo di decifrazione, il Manoscritto Voynich è sicuramente il più famoso. Ritrovato nel 1912 dal libraio Wilfrid Voynich presso il Collegio Gesuita di Frascati, il manoscritto è composto da 102 fogli di pergamena di pelle di vitello (circa 2034 pagine), scritti in un linguaggio sconosciuto e impreziositi da illustrazioni che spaziano dalla botanica all’astrologia, fino all’alchimia. La sua natura sfida ogni tentativo di decifrazione, e ancora oggi il suo significato resta un mistero.
Le illustrazioni presentano piante mai identificate, diagrammi astrali di origine ignota e simboli che sembrano usciti da un trattato ermetico. L’intero volume appare come il frutto di una mente allenata a codificare, ma nessun crittografo è riuscito a rivelarne il contenuto. Nonostante il testo sembri seguire regole grammaticali, il suo linguaggio non trova paralleli conosciuti.
La datazione del manoscritto ha rappresentato a lungo un enigma quanto il suo contenuto. Gli studi moderni, attraverso l’analisi al radiocarbonio e degli inchiostri con cui è stato redatto, hanno indicato che il materiale risale a un periodo compreso tra il 1404 e il 1438, collocandolo dunque nell’Europa medievale. Ma, sebbene la pergamena sia stata datata, resta ignoto sia se il testo e le illustrazioni siano coevi sia l’identità stessa del suo autore.
Gli studi sul Voynich sono stati numerosissimi, con tecniche che vanno dall’analisi paleografica alla crittografia computerizzata. Le teorie sulle sue origini e sul significato delle immagini che contiene si susseguono da decenni: alcuni ipotizzano sia stato redatto da un alchimista rinascimentale; altri pensano sia un trattato medico medievale; altri ancora ritengono contenga istruzioni segrete, accessibili solo a pochi eletti; altri invece sia un elaborato gioco intellettuale o uno scherzo concepito per ingannare lettori ignari.
Il manoscritto si articola in diverse sezioni: botanica, cosmologia e astrologia, alchimia o biologia, farmaceutica, e una parte di testo continuo, forse un ricettario. L’assenza di riferimenti diretti a eventi o figure storiche rende la contestualizzazione del manoscritto ancor più complessa, lasciandone l’aura enigmatica intatta.
Botanica del mistero
Il Voynich si apre con illustrazioni botaniche che appresentano un elemento centrale dell’enigma: radici grottesche, foglie contorte, fiori dai colori innaturali, piante apparentemente ibride, dominano le pagine. Sono 113 le specie di piante non identificate qui presenti.
Solo un disegno parrebbe ritrarne una corrispondente alla botanica a noi nota: un girasole. Il ché è un dettaglio intrigante se si pensa che l’Helianthus annuus sarebbe stato introdotto in Europa solo dopo la scoperta delle Americhe. La datazione al carbonio e l’analisi dell’inchiostro non sarebbero quindi affidabili? O chi l’ha redatto potrebbe aver viaggiato oltre l’Atlantico prima del 1492 o incontrato qualcuno che l’avesse fatto? La questione, sollevata nel 1944 da un famoso botanico statunitense, Hugh O’Neill, rimane tuttora irrisolta.
Astrologia sconosciuta
Successive alla sezione botanica emergono, tra le pagine del manoscritto, tredici illustrazioni astrologiche. Sebbene alcuni dei segni zodiacali rappresentati – Ariete, Bilancia, Cancro, Sagittario e forse Pesci – siano riconoscibili, queste figure non sono facilmente riconducibili a tradizioni astrologiche note del periodo e il contesto simbolico in cui sono inseriti appare del tutto unico. Ogni segno zodiacale, al centro di un cerchio, è accompagnato da una serie di cerchi orbitali contenenti effigi femminili, spesso immerse in vasche e sempre accompagnate da stelle a più punte.
Le teorie più accreditate suggeriscono che tali illustrazioni, unite alle altre sezioni del Voynich, possano essere riflesso di una visione astrologica esoterica, forse legata a pratiche alchemiche, occulte, o mediche come l’astrologia ippocratica che associava gli allineamenti astrali alla salute del corpo.
Alambicchi e bacelli: la sezione alchemica
Centrale è una sezione contenente numerosi disegni che evocano pratiche alchemiche, con apparati che ricordano distillatori, alambicchi e processi di trasformazione della materia. Tra le parti più affascinanti spiccano le figure femminili collocate all’interno di strane vasche e “bacelli” e collegate da tubi intricati: una rappresentazione che alcuni interpretano come metafora della trasformazione alchemica, forse riferita alla creazione della “materia prima” o dell’elisir di lunga vita.
Gli alchimisti medievali usavano spesso un linguaggio criptico per nascondere le loro conoscenze, e il Voynich potrebbe rientrare in questa tradizione, sebbene in esso nessuna formula o riferimento esplicito sia mai stato individuato.
Farmaceutica occulta
Sempre legate a piante e vegetali vi sono le pagine da 87 a 102 che presentano oltre 100 disegni di erbe mai viste.
Accanto a queste illustrazioni, i dettagliati recipienti dipinti in vivaci tonalità di rosso, blu e verde suggeriscono un possibile utilizzo pratico legato alla preparazione di rimedi di natura magico-scientifica. Un desiderio di organizzare un sapere farmaceutico a noi sconosciuto?
Testo continuo: un alfabeto mai decifrato
La parte finale del manoscritto contiene pagine fitte di un testo indecifrabile, preceduto da simboli simili a fiori o ad astri disposti ai margini. Questi segni potrebbero rappresentare paragrafi o capitoli e la scrittura, fluida e costante, suggerisce l’uso di un alfabeto strutturato, ma né la lingua né il contenuto sono mai stati compresi.
La struttura del testo, simile a un ricettario, ha portato alcuni a ipotizzare che si tratti di un trattato erboristico, culinario o alchemico. Tuttavia, l’assenza di corrispondenze linguistiche lascia spazio a teorie che oscillano tra criptografia avanzata e pura invenzione, ma nessuna ha trovato, ad oggi, una conferma definitiva permettendo al Voynich di mantenere il primato dei manoscritti misteriosi.
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