Creature abissali, che fate laggiù?

Inesplorati ed inesplorabili, gli abissi oceanici restano uno degli ultimi grandi misteri del nostro pianeta. Solitarie, silenziose, tanto affascianti quanto spaventose, le creature che abitano queste profondità non solo sopravvivono, ma anzi prosperano in un ambiente a noi completamente alieno. Senza scomodare la zoologia fantastica (chi può dire, con certezza scientifica, che il Leviatano, lo Jörmungandr o il Kraken non esistono?), ecco 5 creature abissali scoperte di recente. 

Calamaro Vampiro, Vampyroteuthis infernalis

Il nome, terrificante, è in realtà anche fuorviante: il “calamaro vampiro infernale”, è un curioso cefalopode di dimensioni relativamente piccole, che raramente superano i 30 cm di lunghezza. Il corpo cilindrico, gelatinoso e di colore rosso scuro, gli permette di vivere a profondità comprese tra i 700 e i 3000 metri, mentre i grandi occhi bluastri, più grandi, in proporzione al corpo, di qualsiasi altro animale marino, gli consentono di “spremere” dall’oscurità tutta la luce possibile. Il nome si deve al velo di pelle che collega i suoi otto tentacoli, come a formare una sorta di mantello vampiresco stretto sul collo.

Pesce Vipera, Chauliodus sloani

Il pesce vipera, o Chauliodus sloani, è una delle creature abissali più “note”. Vive tra i 500 e i 5000 metri di profondità, ha un corpo serpentiforme ed una bocca enorme armata di lunghi denti appuntiti come spilli. Vestito in pelle nera senza squame e lungo poco più di 30 cm, ha grandi occhi e pinne sviluppate per il nuoto abissale. Come molte altre creature che abitano acque profonde, anche il Chauliodus sloani è dotato di fotofori, organelli bioluminescenti che utilizza per cacciare e comunicare con i suoi simili.

Cetriolo di Mare Abissale, Enypniastes eximia

Noto anche come cetriolo di mare abissale, l’Enypniastes eximia è una creatura molto bella a vedersi e a suo agio solo in profondità che superano i 5000 metri. Vive sul fondale e il suo corpo, trasparente e gelatinoso, adatto a sopportare enormi pressioni, raggiunge di rado i 25 cm. Grazie a minuscole pinnette compie brevi voli nel buio degli abissi. Come molti altri oloturoidei, anche l’Enypniastes eximia è inoltre capace di autorigenerarsi e sopravvivere così agli attacchi dei predatori. 

Pesce Lumaca Abissale, Pseudoliparis swirei

Scoperto nelle profondità della fossa delle Marianne, a circa 8000 metri sotto il livello del mare, il Pesce Lumaca Abissale è uno straordinario esempio di adattamento a condizioni che sfidano la sopravvivenza stessa. Lungo non più di 30 cm, ha un corpo morbido, compresso lateralmente, rivestito di una pelle liscia, traslucida e priva di scaglie. La bocca, molto larga, è stata appositamente progettata per “aspirare” piccoli crostacei dal fondale, cosa che lo rende uno dei principali predatori nella fossa delle Marianne.

Hirondellea gigas

Il record spetta a lui, l‘Hirondellea gigas, piccolo anfipode dall’aspetto simile a quello di un gamberetto. A differenza di quest’ultimo, veste però un esoscheletro capace di resistere alle pressioni estreme, talvolta superiori ai mille bar, che deve sopportare per sopravvivere. Nessuno gli ha mai dato un soprannome, vive nell’oscurità e nel gelo, immerso nel silenzio a 10.000 metri di profondità. Mangia molto poco, prevalentemente materiale organico in decomposizione che affonda dai livelli superiori dell’oceano. Cosa ci faccia laggiù, non ci è dato saperlo.


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