Arpia

Le Arpie, note come “Le Rapitrici”, sono figure mitologiche metà donna e metà uccello, incarnazioni del vento, simbolo delle forze naturali incontrollabili. L’arpia evoca il terrore ancestrale dei venti tempestosi e degli spiriti maligni.

Tra i primi testi in cui si fa menzione delle arpie vi è sicuramente l’Odissea. Nel Libro XX, Omero le descrive come creature spaventose, avvolte da una maledizione oscura. Metà umane e metà animali, con corpi di donna e artigli di uccello, sono rapaci tanto nei gesti quanto nell’indole e nell’aspetto. Nella “Teogonia”, Esiodo le descrive come esseri infernali la cui sola apparizione può generare orrore: “E queste sono le Arpie, che il vento spinge al largo e che portano il male”. Similmente fa Virgilio nell’Eneide, enfatizzandone con “ventre impuro” la corruzione interna e la putrefazione morale che le contraddistinguono. 

 ”E come si levò il grido delle arpie, che il ventre impuro divora e ripudia; così ne uscì la loro voce dal profondo del bosco: esse sono avvolte in piume nere e hanno artigli come un’orca, che spezzano il cibo e lo sputano via.”
(Eneide, Libro III, vv. 211-215). 

Le Arpie continuano a essere rappresentate nei bestiari e nei manoscritti medievali come simboli del male e della punizione divina. La loro immagine ammonisce i peccatori e rappresenta le forze del caos e della distruzione. Ancora una volta, Dante ci fornisce l’esempio: nel XIII canto dell’Inferno, nella selva dei suicidi, dove le anime dei dannati sono trasformate in alberi e continuamente straziate, le Arpie sono tortura perpetua e punizione divina.

Qui fanno li loro nidi le brutte Arpie,
che cacciar delle Strofade i Troiani
con tristo annunzio di futuro danno.


Ali hanno late, e colli e visi umani,
piè con artigli, e pennuto ’l gran ventre; fanno
lamenti in su li alberi strani.

(Inferno, Canto XIII) 

In zoologia e in America Latina

Com’è nel caso dell’anfesibena, così l’arpia, che esiste per davvero, ma vive assai lontano da dove nacque il mito.
In zoologia, il termine “arpia” non si riferisce infatti alle creature mitologiche della tradizione greca, ma piuttosto a un gruppo di rapaci appartenenti alla famiglia Accipitridae. Amante delle foreste pluviali dense, che offrono abbondante cibo e luoghi di nidificazione sicuri, l’arpia gigante è originaria delle foreste tropicali dell’America Centrale e Meridionale, dove è largamente diffusa in paesi come il Brasile, la Colombia e il Perù. Predatori formidabili, dotati di grande forza e precisione nel catturare prede, le arpie si comportano come rapaci solitari, noti per le loro abitudini di nidificazione in alti alberi, dove costruiscono grandi nidi. 


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